Roma, 19 giugno 2004
Roma, 19 giugno 2004 - L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nella sua adunanza del 17 giugno, e l'Autorità per l'energia elettrica e il gas nella stessa data, hanno deliberato la chiusura dell'indagine conoscitiva avviata congiuntamente nel febbraio 2003 per verificare lo stato del processo di liberalizzazione del settore del gas naturale a circa tre anni dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 164/2000.
Le due Autorità hanno rilevato come il mercato italiano del gas sia stato finora caratterizzato da insufficienti livelli di concorrenza, e da prezzi superiori a quelli dei principali mercati europei, e ciò nonostante una legislazione tra le più avanzate e procompetitive in Europa e la presenza di costi di approvvigionamento del gas importato in linea con le medie continentali.
Una delle principali cause del fenomeno va individuata nella persistenza della posizione dominante di ENI, anche attraverso sue controllate, nella fase di approvvigionamento di gas - con riferimento sia alle importazioni sia alla produzione nazionale - nonostante siano state adottate misure legislative che limitano sino al 2010 la quota di gas che ENI può immettere al consumo in Italia. Nel 2003 tale quota è stata pari a circa il 68% del gas consumato. Tuttavia tale quota sale ben oltre il 75% se si considerano le quote cedute da ENI ad operatori di propria scelta (le cd "vendite innovative").
ENI, inoltre, controlla tutte le infrastrutture di trasporto internazionale utilizzate per l'importazione di gas in Italia, le quali sono per la gran parte saturate dal gas proveniente dai contratti a lungo termine (take or pay), definiti e/o rinegoziati da ENI nell'imminenza dell'entrata in vigore della direttiva 98/30/CE che ha introdotto le misure di liberalizzazione.
Come conseguenza della posizione dominante nell'approvvigionamento, del
controllo delle infrastrutture di trasporto internazionali e della scelta delle
modalità di cessione del gas per il rispetto dei tetti antitrust (attraverso le
vendite innovative), ENI si caratterizza per un costo di approvvigionamento del
gas minore dei concorrenti.
In base all'indagine, lo sviluppo di un'effettiva concorrenza - in luogo di una
mera spartizione del mercato tra operatori, ognuno vincolato dai propri
contratti di approvvigionamento take or pay - è strettamente condizionato
dall'ingresso di nuovi operatori indipendenti da ENI nell'approvvigionamento di
gas a condizioni competitive, per favorire un eccesso di capacità di trasporto
e una maggiore flessibilità dell'offerta rispetto alla domanda. Tali ingressi
dovrebbero essere, inoltre, caratterizzati - almeno in parte - da modalità
contrattuali di approvvigionamento a breve termine diverse dai contratti take or
pay.
L'indagine porta alla luce criticità di breve termine, che potrebbero manifestarsi negli approvvigionamenti, se non si completano tempestivamente nuove infrastrutture o il potenziamento di quelle esistenti, mentre non emerge il rischio, paventato da ENI, di una "bolla di gas", determinato da un eccesso di offerta.
Nel comparto della vendita ai clienti finali si è assistito ad una certa concentrazione degli operatori (passati da circa 700 a 400), che dovrebbe però ancora proseguire, concentrandosi intorno a soggetti autonomi nell'approvvigionamento; in questo contesto l'ingresso nel mercato del gas di ENEL è un fatto positivo, a condizione che comporti maggiori pressioni competitive sia nel settore elettrico che in quello del gas.
Tra i possibili interventi volti a potenziare la concorrenza nel mercato del gas, le due Autorità segnalano: