Milano, 01 dicembre 2005
L'Autorità per l'energia elettrica e il gas ha concluso il processo di controllo sui dati di "continuità del servizio elettrico" nell'anno 2004, raccolti nel mese di aprile 2005. La continuità del servizio, ovvero la mancanza di interruzioni nella fornitura dell'energia elettrica sulle reti locali di distribuzione, è uno dei più importanti fattori di qualità. I miglioramenti conseguiti sono coerenti con gli obiettivi stabiliti dall'Autorità: in particolare, il progressivo allineamento dei valori italiani verso i migliori valori europei, e il recupero del Mezzogiorno rispetto alle altre aree del paese. La delibera è pubblicata sul sito www.autorita.energia.it. Il database con i dati dettagliati definitivi (per ogni regione e provincia, e per ogni impresa di distribuzione) sarà consultabile sul sito dell'Autorità da domani pomeriggio.
I controlli dell'Autorità hanno confermato un sensibile e continuo miglioramento per quanto riguarda sia la durata che il numero delle interruzioni del servizio.
A livello nazionale, nel corso del 2004 la durata di interruzione per cliente è stata di 91 minuti in media per ogni cliente, migliorando del 13% rispetto all'anno precedente (negli ultimi 5 anni le interruzioni sono diminuite del 53%). A livello regionale, il miglioramento della continuità del servizio elettrico nel Sud passa dai 154 minuti persi del 2003 ai 97 del 2004 (-37%).
Anche il numero medio delle interruzioni subite annualmente dai clienti è ulteriormente migliorato. Le interruzioni "lunghe" (superiori a 3 minuti) sono diminuite da 2,7 nel 2003 a 2,5 nel 2004 (-7%), con un miglioramento in 5 anni del 35%. Anche le interruzioni "brevi" (inferiori o uguali a 3 minuti, e superiori ad 1 secondo), registrate a partire dal 2002, migliorano ulteriormente: da 6,4 nel 2003 a 5,8 nel 2004 (-13%).
A livello internazionale, il miglioramento in termini di durata delle interruzioni mette l'Italia nel primo gruppo di Paesi europei (sotto i 100 minuti di interruzione all'anno), insieme a Francia e Gran Bretagna; resta invece qualche divario con altri paesi europei per quanto riguarda il numero delle interruzioni: proprio per questo entreranno in vigore dall'1 gennaio 2006 nuovi standard di qualità, relativi al massimo numero di interruzioni all'anno per cliente. I clienti alimentati in media tensione (industrie, servizi, etc.) che subiranno nei prossimi anni un numero di interruzioni superiore agli standard potranno ricevere indennizzi automatici, commensurati anche alla loro dimensione e al disagio subito, se avranno adeguato i propri impianti ai requisiti tecnici fissati dall'Autorità per impedire che guasti degli impianti degli utenti si riverberino sulla rete danneggiando anche i clienti limitrofi. Entro la fine del 2007, tutte le imprese distributrici dovranno essere in grado di conoscere con esattezza tutti i clienti coinvolti in ogni interruzione (anche quelli in bassa tensione), in modo da poter verificare gli standard che l'Autorità intende estendere in futuro anche alle famiglie, ai negozi, artigiani e piccoli servizi.
La riduzione della durata e del numero delle interruzioni é avvenuta anche a seguito dell'introduzione di appositi incentivi e penali da parte dell'Autorità nei confronti delle principali aziende di distribuzione dell'energia elettrica: oltre a Enel Distribuzione, sono soggette al meccanismo di incentivi e penali anche Acea Distribuzione (Roma), Acegas (Trieste), Aeb (Seregno), Ae-Ew (Bolzano), Aem Cremona, Aem Milano, Aem Torino, Agsm (Verona), Aim (Vicenza), Amaie (Sanremo), Amet (Trani), Apb (Brunico), Asm Bressanone, Asm Voghera, Asm Terni, Asmea (Brescia), Atena (Vercelli), Deval (Val d'Aosta), Enìa (Parma), Hera (Imola), Meta (Modena), Trentino Servizi (Rovereto) e, dal 2005 anche Set Distribuzione per la provincia di Trento. Gli incentivi, pari a 66 milioni di euro complessivi, saranno erogati a 16 imprese distributrici (inclusa Enel). In alcune aree gli obiettivi non sono stati raggiunti: Enel e alcune imprese distributrici locali dovranno pagare nel complesso 13 milioni di euro di penalità, se in queste aree non recupereranno gli obiettivi fissati per i prossimi anni.