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Scheda tecnica

Consultazione 539/2014/R/idr

Individuazione ed esplicitazione dei costi ambientali e della risorsa nel metodo tariffario idrico (MTI)

30 ottobre 2014

Con il documento per la consultazione 539/2014/R/idr, l'Autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrico illustra gli orientamenti per la prima fase operativa di individuazione e esplicitazione dei costi ambientali e della risorsa nelle regolazione del settore idrico.
Con l'adozione del Metodo Tariffario Idrico (MTI) - delibera 643/2013/R/idr - si sono poste le basi per individuare e portare in evidenza i costi ambientali e della risorsa conformemente alle disposizioni europee che indicano la necessità di inglobare tali costi negli schemi di prezzi all'utenza. Tali costi attualmente, nelle more di una disciplina di unbundling per il settore idrico, sono già considerati tra i costi finanziari efficienti di cui la tariffa del servizio idrico garantisce la copertura. Al fine di evitarne la doppia contabilizzazione, infatti, si è previsto che per il 2014 la componente relativa ai costi ambientali e della risorsa (componente ERC) fosse posta pari a zero e che per il 2015 il suo valore fosse invece esplicitato come voce del vincolo dei ricavi del gestore.

Nel documento, illustrato il quadro normativo di riferimento sia a livello europeo che nazionale, l'Autorità riconduce i costi ambientali ai costi legati alla alterazione/riduzione delle funzionalità degli ecosistemi acquatici o al degrado della risorsa sia per le eccessive quantità prelevate sia per il peggioramento qualitativo, tali da danneggiare gli usi dei corpi idrici o il benessere derivante dal valore assegnato al non-uso della risorsa idrica - in coerenza alle Linee Guida in via di definizione e adozione dal Ministero dell'Ambiente della tutela del territorio e del mare - ed è orientata ad adottare un metodo di valutazione/quantificazione fondato sul costo diretto dell'intervento per la riparazione del danno.
Analogamente per il costo della risorsa - che è inteso come il costo delle azioni per comprimere quanto più possibile il costo-opportunità marginale della risorsa, ovvero il costo per l'impiego incrementale di una unità in più di risorsa per un certo uso o servizio, sottraendola agli altri usi o servizi - l'approccio assunto considera una valorizzazione direttamente correlata alle misure stesse per ridurre il costo-opportunità marginale della risorse stessa, annoverando tra tali costi quelli già ammessi alla regolazione tariffaria vigente, riconducibili agli oneri relativi alla derivazione o attingimento, alla potabilizzazione, alla riduzione delle perdite idriche a livelli sostenibili, e ad ogni altro intervento teso a ridurre o contenere il costo-opportunità della risorsa.
Al fine di individuare le componenti di costo qualificabili come ERC, il documento illustra, in estrema sintesi, orientamenti semplificati in tema di unbundling, la cui adozione e implementazione sarà necessaria ai fini di una compiuta valorizzazione della componente ERC, prevedendo la separazione contabile dei servizi.
Secondo un percorso applicativo graduale, con riferimento al 2015, definiti i costi ambientali e della risorsa in esito alla presente consultazione, gli Enti di governo d'Ambito o altri soggetti competenti  avranno il compito di predisporre, a invarianza di moltiplicatore tariffario e vincolo riconosciuto ai ricavi, la valorizzazione della componente ERC del 2013, indicando puntualmente la corrispondente riduzione delle connesse componenti di costo già riconosciute.

Nel documento si prevede inoltre di confermare l'inclusione nella componente ERC:

  • dei costi relativi ai canoni di derivazione/sottensione idrica, dei contributi a comunità montane e degli altri oneri relativi a interventi finalizzati a contenere o mitigare il costo-opportunità della risorsa;
  • degli oneri relativi alla depurazione sostenuti per ottemperare agli obblighi derivanti della Direttiva 91/271/CE, concernente il trattamento delle acque reflue urbane (gli impianti di depurazione rappresentano, infatti, le misure atte a riparare al "danno" ambientale che provoca un refluo non trattato conformemente alle disposizioni vigenti rispetto al refluo di qualità corrispondente agli standard stabiliti);
  • degli eventuali oneri residui - relativi al 2013 - afferenti alle attività di progettazione e di realizzazione o completamento degli impianti di depurazione, nonché quelli relativi ai connessi investimenti, come espressamente individuati e programmati dai piani d'ambito.

Viene, invece, rimandato al successivo periodo regolatorio la distinzione tra componenti di costo esogeno ed endogeno, l'inclusione dei costi relativi al riutilizzo delle acque reflue, così come i costi relativi alla riduzione delle perdite di rete (costi riconducibili sia a quelli ambientali che a quelli della risorsa).
Il termine ultimo per l'invio di osservazioni è il 20 novembre.

(*) La scheda ha carattere divulgativo e non provvedimentale.

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